X Legislatura – Tornata del 23 marzo 1867
Se le mie informazioni sono esatte, nella elezione di Città di Castello si mosse una protesta, secondo la quale sarebbe mancato il secondo appello
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Sebastiani relatore. Si è osservato che egli abbia impiego nella casa reale, e perciò stipendiato. Ma la maggioranza dell'ufficio non si è fermata
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malincuore che nella presente adunanza siansi riferite molte elezioni avvenute nel giorno 17 marzo, mentre non sono ancora pervenuti alla Segreteria
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nella forma, quanto nella sostanza. L'uffizio I ha constatato che la legge elettorale è stata strettamente osservata, e che nessuna protesta venne nè
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infinitesimale potrebbe benissimo esservi tal cosa nella protesta da invalidarne l'elezione. Io quindi mi faccio a pregare la Camera che sospenda la
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Ma non è tutto: dal lavoro eseguito in Segreteria evincasi che De Martino riportò nella prima votazione soli voti 380, mentre dal riassunto dei
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L'ufficio quindi ha dovuto ritenere che l'onorevole De Martino ha riportato i voti prescritti dalla legge elettorale per essere proclamato nella
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riportò nella prima votazione 388 voti; Ruggiero Mariano ne ebbe 144; Ambrogi Francesco 103. Diciannove voti andarono dispersi su diversi candidati, e sei
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Perciò senza entrare nullamente nella natura della questione sollevata dall'onorevole Nicotera e negl'incidenti a cui darebbe luogo il doppio ordine
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Accademia della crusca
